Questo percorso ci conduce nel cuore della città, alla scoperta delle sue origini lontane. È necessario però immaginare il territorio nel quale, tra il VII e l’VIII secolo d.C., si svilupparono i primi nuclei di Ferrara. Era una tipica città fluviale animata dai commerci, con un paesaggio per lo più dominato dalle acque. Oggi il Po di Volano altro non è che ricordo di un corso d’acqua molto più imponente. Fino al 1152, infatti, il grande fiume scorreva a sud dell’attuale centro storico e, con le sue diramazioni, costituiva al contempo una fondamentale barriera difensiva e una risorsa primaria per l’economia locale. Sulle rive si stabilirono i primi insediamenti di Ferrariola, nome originario della città, con la prima Cattedrale di San Giorgio e il Castrum bizantino. Durante la passeggiata ammiriamo le chiese suggestive della città, ognuna con la propria storia da raccontare e scopriamo le origini religiose e militari di Ferrara.
 

Durata: 2 ore
Lunghezza: 5 km
Fondo stradale: Misto asfalto/sterrato
Numero soste: 8
Punto di partenza/arrivo: Piazza Cattedrale
 
  1. CATTEDRALE DI SAN GIORGIO – capolavoro dell’architettura religiosa
Visitabile all’interno, facciata in restauro
In seguito a mutamenti politici, religiosi e urbanistici, agli albori del 1100 si decide di spostare la Cattedrale dalla sponda meridionale del Po alla cuore edificato della città, consentendo ai fedeli di assistere più facilmente alle funzioni religiose. L’edificio fu consacrato nel 1135 e dedicato a San Giorgio, patrono della città.
L’aspetto attuale è il risultato di modifiche e restauri che si sono susseguiti nei secoli. La facciata in stile romanico nella parte inferiore, col bel portale attribuito allo scultore Nicholaus, e in stile gotico nel registro superiore; le storie della Bibbia, abilmente scolpite, si alternano al ritmo cadenzato di colonne e archi.
Il fianco meridionale è ricco di archetti (65 per la precisione) dalle molteplici forme e fu concepito come una seconda facciata. Esattamente a metà, fino ai primi del ‘700, si apriva la Porta dei Mesi, decorata con formelle raffiguranti i lavori agricoli propri di ogni mese dell’anno conservati al Museo della Cattedrale. Era esattamente di fronte a Via San Romano, la via che conduceva al Po di Volano, dove sbarcavano i pellegrini che qui giungevano in preghiera. Iniziata nel 1412, la costruzione del campanile proseguì tra gli anni ’30 e ’50 del ‘400 secondo un progetto attribuito a Leon Battista Alberti, anche se i lavori si protrassero per tutto il secolo successivo. All’interno della Cattedrale trionfa un busto manieristico di una religiosità trionfante. Spicca fra tutti l’affresco nell’abside centrale: il Giudizio Universale dipinto tra il 1577 e il 1580 da Sebastiano Filippi detto il Bastianino, che non celò la sua ispirazione al celebre Giudizio vaticano di Michelangelo.

 
  • Dopo aver osservato il fianco meridionale del Duomo, raggiungiamo il termine della Piazza, giriamo a sinistra in Via Canonica e dopo pochi metri a destra in Via Voltapaletto, un tempo chiamata Via San Francesco, che ci conduce alla chiesa omonima.
 
  1. BASILICA DI SAN FRANCESCO
Parzialmente visitabile
Può essere definita come la più rinascimentale tra le chiese ferraresi, a croce latina con tre navate e otto cappelle per lato.
I documenti registrano già nei primi decenni del ‘200 la presenza di una chiesetta francescana sull’area dell’attuale convento, sostituita nel ‘300 con un nuovo edificio più grande. La chiesa trecentesca fu prescelta per la sepoltura degli Estensi; anche Ugo e Parisina (figlio e moglie di Nicolò III d’Este) scoperti amanti, furono decapitati e qui sepolti alla base del campanile.
L’edificio trecentesco fu sostituito a partire dal 1494 dall’attuale chiesa progettata da Biagio Rossetti.
La storia di questa basilica è tempestata di colpi di scena. Il primo imprevisto fu la mancanza di fondi per realizzarla: per la sua erezione tutti stanziarono denari, gli Estensi stessi, i fedeli più abbienti e persino i frati francescani. Dopo tante vicissitudini fu consacrata solo nel 1594.
Altro colpo di scena riguarda il campanile: fu realizzato nel 1606 da Giovan Battista Aleotti che però venne beffato dal terreno argilloso. Minacciando di crollare, l’alta struttura fu in parte demolita, rimanendo tronca e poco visibile, come si può ancora osservare. All’interno della chiesa ritroviamo uno dei più completi cicli di iconografie francescane; diverse opere, che decoravano le cappelle laterali, furono eseguite da Benvenuto Tisi da Garofalo. Oggi ne rimane una nella prima cappella a sinistra, il meraviglioso notturno della Cattura di Cristo del 1524. Nel convento, purtroppo in gran parte scomparso, aveva sede lo Studio Ferrarese di Giurisprudenza che vide tra i suoi alunni il grande astronomo polacco Niccolò Copernico.

 
  • Avanziamo su Via Savonarola e poi ancora in Via Cisterna del Follo. Al termine della via seguiamo le indicazioni per Santa Maria in Vado.
 
  1. BASILICA DI SANTA MARIA IN VADO
Visitabile
Santa Maria in Vado costituisce la meta sacra in assoluto più famosa del centro storico. Qui, alla metà del V secolo, sorgeva un semplice capitello con un’immagine della Beata Vergine. La crescente devozione portò, intorno al VII secolo, a innalzare al posto del capitello una piccola chiesa, vicino al “guado” che permetteva di attraversare uno dei numerosi acquitrini presenti in zona. Alla chiesa fu subito concesso il fonte battesimale per agevolare gli abitanti del Borgo, altrimenti costretti ad attraversare il Po per recarsi nella preesistente cattedrale di San Giorgio. Santa Maria in Vado è perciò il primo luogo di devozione della città all’interno delle mura.
È la chiesa del miracolo del sangue. Secondo la tradizione il 28 marzo 1171 (giorno di Pasqua), mentre il sacerdote spezzava l’ostia consacrata, spruzzi di sangue sgorgarono da essa e andarono a lambire la piccola volta dell’abside sopra l’altare, che ancora oggi riporta le tracce dell’evento. Il Santuario del Preziosissimo Sangue si trova nel transetto destro. L’aspetto attuale della chiesa è riconducibile alla fine del ‘400. Ercole de Roberti ne fece il progetto e Biagio Rossetti suggerì ritmi e proporzioni. Nel nuovo edificio rinascimentale fu inglobata la precedente chiesa che ne costituì il transetto. L’interno a tre navate appare oggi con decorazioni squisitamente barocche. Il soffitto, il coro e il transetto presentano opere di Carlo Bononi, tra i più importanti pittori del Seicento ferrarese.

 
  • Proseguiamo su Via Borgovado. Giriamo a sinistra su Carlo Mayr fino a raggiungere il termine della via.
 
  1. CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE O DELLA MADONNINA
Chiusa per restauro
Il nome Madonnina è legato a un’immagine mariana ritenuta miracolosa, poiché ritrovata intatta dopo l’abbattimento della porta su cui era posta. La devozione popolare fu tale che il duca Alfonso I d’Este fece erigere la chiesa per commemorare l’accaduto, consacrata nel 1531.

 
  • Al semaforo su Viale Alfonso I d’Este giriamo a destra fino a raggiungere il ponte di San Giorgio. Attraversato il Po di Volano subito sulla destra troviamo un passaggio pedonale.
 
  1. BASILICA DI SAN GIORGIO FUORI LE MURA
Visitabile
Fu la prima cattedrale della città, edificata intorno al 650 su un’area emergente dalle paludi, in seguito alla caduta della sede episcopale di Voghenza, antico insediamento romano. La chiesa venne completamente rifatta nel ‘400 e vi lavorarono importanti personalità quali Cosmè Tura, qui sepolto alla base del campanile, e l’architetto Biagio Rossetti (che intervenne nell’intero complesso, dall’abside alla sacrestia e del chiostro al campanile, quest’ultimo costruito nel 1484 – 1485 con abbondante impiego del cotto). Al centro della facciata, completamente rifatta nel 1722 su disegno dello scultore Andrea Ferreri, il grandioso medaglione di marmo raffigurante San Giorgio che uccide il drago. L’interno sovrappone stili ed epoche diverse, tra le quali emerge la presenza di affreschi barocchi, che attirano lo spettatore in un percorso mistico di grande impatto spirituale.
Il borgo attorno alla chiesa, che sino al XVII secolo si chiamava Contrada della Misericordia, mantenne sempre uno stretto legame con la vita cittadina: il campanile, con una lanterna nella sua sommità, era punto di riferimento per chi navigava sul fiume, e la piazza, con il mercato del bestiame, diventava settimanalmente un punto nevralgico del commercio cittadino.

 
  • Torniamo sulle strisce pedonali, e con la bicicletta a mano percorriamo il ponte. attraversiamo Via Volano e continuiamo sulla ciclabile alla nostra sinistra. Dopo 500 m a destra per immetterci nel sottomura che percorriamo fino alla Porta San Pietro. Saliamo la rampa, imbocchiamo Via Quartieri e giriamo a destra in Via Beatrice II d’Este, seguendo le indicazioni per Sant’Antonio in Polesine.
 
  1. MONASTERO DI SANT’ANTONIO IN POLESINE
Visitabile
Il monastero esisteva già prima dell’anno Mille e sorgeva nel Polesine di Sant’Antonio, isolotto presente nel Po a sud della città. Ha un’aurea incantata e delicata, intrisa di devozione. Ad accoglierci troviamo un ciliegio giapponese, che in primavera impreziosisce il cortile di una rosea magia.
Il monastero fu fondato nel ‘200 da Beatrice d’Este, figlia di Azzo d’Este. Ricordata da tutti per la sua intensa vocazione cristiana morì all’età di 36 anni. Il culto della beata iniziò quando tutti i fedeli, accorsi per vederla l’ultima volta, ricevettero dalle consorelle l’acqua con cui avevano lavato il suo corpo. Era un’acqua prodigiosa. Nel timore di sciupare le reliquie, si decise poi di conservarle in un’urna che iniziò a sua volta a produrre una condensa, raccolta e donata ai fedeli. Oggi le ossa sono contenute in un reliquiario di argento e rame, mentre le Lacrime della Beata continuano a sgorgare dalla pietra sepolcrale del chiostro. 
La chiesa, riedificata sopra una precedente, presenta due ambienti di culto: quella esterna, per i fedeli, è decorata con un fastoso apparato barocco; mentre la chiesa interna, abbellita da un coro ligneo, è riservata alle monache e custodisce nelle tre cappelle affreschi di eccezionale valore artistico, ispirati alle Storie della vita di Gesù, di Maria e della Passione. Non sono documentati gli autori e i committenti, ma tutto è riconducibile all’esaltazione dello stile giottesco. Tra la fine del ‘200 e i primi del ‘300 vi lavoravano botteghe di diverse provenienze, da Rimini a Bologna, in un vero e proprio crocevia di esperienze. Tra gli affreschi più suggestivi ricordiamo un’immagine rara nella storia dell’arte: Cristo che volontariamente sale sulla croce del martirio. Tutti i giorni, a orari fissi, è affascinante ascoltare i canti gregoriani delle monache provenienti dalla chiesa interna.

 
  • Dirigiamoci verso la parte più antica della città, il castrum bizantino. Percorriamo Via Gambone e arrivati su Via XX Settembre giriamo a sinistra; prendiamo Via Porta San Pietro e all’incrocio svoltiamo a sinistra in Via Carlo Mayr. In corrispondenza dell’arco di Via Cammello addentriamoci nella via.
 
  1. CASTRUM – L’origine della città
Via Cammello, una delle vie perimetrali del castrum, è chiamata così perché in essa abitava Antonio Cammelli, artista legato alla corte degli Estensi che dedicò a Isabella d’Este oltre 400 sonetti. Ci troviamo su quello che un tempo corrispondeva all’argine sinistro del Po. È l’area del castrum bizantino, insediamento fondativo della Ferrara altomedievale, a ferro di cavallo, eretto dall’impero di Bisanzio contro le invasioni dei popoli longobardi. Il primo documento che parla di Ferrara risale al 757 e qualifica il castrum come Ducatus Ferrariae. All’epoca della fondazione furono tracciati fossati di difesa, recinzioni di legno e terrapieni e costruite strade fra loro parallele. All’angolo con Via Carmellino si conserva la chiesa di San Gregorio Magno, tra le più antiche della città (X sec.).
 
  • Alla fine di Via Cammello giriamo a sinistra, percorriamo tutta Via Saraceno e Via Mazzini fino a giungere al termine del nostro percorso, iniziato con l’attuale Cattedrale e che finisce con il Museo della Cattedrale stessa.
 
  1. MUSEO DELLA CATTEDRALE - EX CHIESA DI SAN ROMANO  
Visitabile
Dalla strada già si nota la bellezza del chiostro interno costituito da una sequenza di antiche colonnine. La chiesa, risalente al X secolo, dopo essere stata usata come prigione nel ‘700, adibita a ferramente agli inizi del ‘900, oggi è sede del Museo della Cattedrale. Tra le opere esposte spiccano le antiche ante d’organo del Duomo, capolavoro assoluto di Cosmè Tura, le formelle della Porta dei Mesi, la maestosa Madonna della Melagrana di Jacopo della Quercia, i grandiosi arazzi e libri corali miniati.

 


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