Ferrara costituisce un rarissimo esempio di città il cui centro storico è rimasto nei secoli circondato dalle mura. Per 9km, quasi ininterrotti, il territorio cittadino presenta uno dei sistemi difensivi più impotenti del Medioevo e del Rinascimento. Persino Michelangelo Buonarroti fu inviato dalla Repubblica Fiorentina nel ducato estense per studiarne le strategie militari.
Mentre in tempo di guerra la cinta muraria poteva essere uno strumento difensivo pressoché inespugnabile, in tempo di pace diventava uno straordinario giardino che ospitava l’ozio e il divertimento dei nobili di corte. Nelle mura di Ferrara è racchiusa l’intera storia della città; oggi sono un vero e proprio parco monumentale, un patrimonio storico-artistico unico a disposizione di cittadini e visitatori.
Durata: | 2 ore |
Lunghezza: | 10,5 km |
Fondo stradale: | Misto asfalto/sterrato |
Numero soste: | 13 |
Punto di partenza/arrivo: | Castello Estense, Piazza Savonarola |
- CASTELLO ESTENSE - Da fortezza a residenza nobiliare
Il Castello custodisce all’interno una delle più affascinanti e misteriose prigioni d’Italia, dove venivano rinchiusi non detenuti comuni, ma personaggi d’alto rango, come Ugo e Parisina, rispettivamente figliastro e seconda moglie di Nicolò III d’Este, coinvolti in una relazione incestuosa. Al piano nobile si possono apprezzare stanze e saloni di straordinaria bellezza artistica con affreschi tardo cinquecenteschi, mentre dalla Torre dei Leoni si può godere del panorama della città.
Per info e visite: IAT, Cortile del Castello Estense
- Lasciamoci ora alle spalle il Castello e percorriamo Corso Martiri della Libertà fino al Volto del Cavallo in Piazza Cattedrale, giriamo a destra ed entriamo in Piazzetta Municipale.
- PIAZZETTA MUNICIPALE
- Proseguiamo in Via Garibaldi, tra le vie più antiche di Ferrara, dal 1860 intitolata al generale Giuseppe Garibaldi. Fermiamoci al civico n. 90.
- PALAZZO BENTIVOGLIO
- Avanziamo lungo Via Garibaldi fino alla ciclabile di Via Arturo Cassoli. Raggiungiamo Viale lV Novembre e giriamo a destra. Iniziano a presentarsi timidamente le mura della città. Attraversiamo Viale Cavour. Alla fine di Via delle Barriere, dopo un altro passaggio pedonale, iniziamo a percorrere le mura.
- MURA DI BELVEDERE
Ci troviamo nel tratto di mura progettate in larga parte da Biagio Rossetti per volere di Ercole I d’Este sul finire del ‘400. L’architetto ferrarese, insieme ad altri intellettuali, contribuì al grandioso piano urbanistico che, per la sua originalità e razionalità, fece di Ferrara la “prima città moderna d’Europa”: l’Addizione Erculea. Prima di dedicarsi a palazzi ed edifici, decise di fortificare la zona con una cinta difensiva: le mura a nord, destinate a racchiudere una nuova porzione di città, contraddistinta da quartieri ampi e regolari, propri di una vera capitale europea.
- Avanziamo fino al Ponte di Porta Catena.
- PORTA CATENA – TORRIONE DEL BARCO
Procedendo per qualche decina di metri, sulla sinistra troveremo il Torrione del Barco, avanzato esempio di architettura militare. Le aperture che si scorgono sulla sinistra servivano per posizionarvi le cannoniere che proteggevano il sottomura. In tempo di pace era anche un approdo per barche, a fondo piatto, che utilizzavano il vallo esterno allagato per scambi commerciali. Il tratto che segue è contraddistinto da torrioni semicircolari e da un lungo cammino di ronda per le sentinelle.
- Proseguiamo fino alla prossima struttura che chiude il famoso Corso Ercole I d’Este.
- PORTA DEGLI ANGELI
- Avanziamo e fermiamoci quando lo sterrato costeggia una vera e propria collinetta.
- PUNTA DELLA MONTAGNOLA
Con la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio questo tratto difensivo prese l’aspetto attuale.
Proseguiamo, lentamente …
Grossi alberi, come tigli, olmi, castagni e querce, continuano a costeggiare il nostro percorso. Le mura qui separano due realtà: l’esterno della città, con la frenesia di un traffico incessante ma lontano, che non disturba, e l’interno, che al contrario sembra essere sospeso nel tempo, in un’aurea meditativa e incantata. La vegetazione è avvolta da un sereno silenzio.
“O deserta bellezza di Ferrara” scriveva d’Annunzio in Le città del silenzio.
Qui trovano luogo due tra i simboli storici della città: il cimitero ebraico e la Certosa. Quest’ultima, con il tempio di San Cristoforo, trae origine da un antico complesso monastico sorto per volere di Borso d’Este e trasformato nel XIX secolo nel più importante e monumentale cimitero della provincia, dove riposano celebrità come Michelangelo Antonioni, Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Confinanti con la Certosa, si trovano i prati del cimitero israelitico, risalente al XVII secolo. Questa vasta area verde ispirò Giorgio Bassani per Il giardino dei Finzi Contini, straordinario romanzo che racconta le vicende di una ricca famiglia ebraica nella Ferrara degli anni ’30. Un’opera che, anche grazie alla trasposizione cinematografica del 1970 di Vittorio De Sica, ha portato Ferrara sotto i riflettori del grande pubblico.
- Proseguiamo verso la fine di questo primo tratto. Da notare la costante presenza dei torrioni circolari e del percorso di ronda.
- TORRIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Da 1999 il torrione è divenuto sede del Jazz Club, tra i migliori a livello europea: ascoltare jazz all’interno di una struttura rinascimentale perfettamente conservata è un’esperienza unica nel suo genere.
- Proseguiamo, ma ora non più sul terrapieno. Attraversiamo Corso Porta Mare dal passaggio pedonale sulla nostra sinistra, oltrepassiamo il parcheggio di fronte a noi e addentriamoci nel cosiddetto “sottomura”, fino a incontrare una lunga siepe.
D’ora in avanti attraverseremo un tratto molto significativo per la storia dell’apparato difensivo della città. Nel ‘500 con l’evoluzione delle strategie militari e l’emergere di nuove necessità difensive, le mura cambiarono e divennero più imponenti. Il duca Alfonso I d’Este, soprannominato il “Duca Artigliere”, fece erigere i grandi baluardi a forma di freccia: strutture alte come le stesse mura poste a protezione dei tratti rettilinei, pericolosamente esposti.
- EX BALUARDO DI SAN ROCCO
- Avanziamo e prestiamo attenzione allo snodo che interrompe brevemente il sottomura presso Piazzale delle Medaglie d’Oro. Il passaggio pedonale lo troviamo sulla nostra sinistra. Ripreso lo sterrato, dopo un chilometro, arriviamo in una piccola piazzetta dove è presente un antico passaggio. Scendiamo dalla bicicletta e prendiamo il corridoio sulla nostra destra.
- PALAZZINA DEI BAGNI DUCALI
- Percorriamo la strada alberata alla nostra destra e ammiriamo più da vicino quello che il tempo ha conservato. Giriamo attorno alla montagna, tornando poi alla palazzina. Incontreremo sulla nostra destra un cortile interno, quello che era il Baluardo della Montagna.
La palazzina si inseriva in un contesto paesaggistico paradisiaco. Quello che oggi tutti i ferraresi chiamano “Montagnone” era un imponente cavaliere difensivo, alto più di 100 metri, dal quale sparare a lunga distanza. I pendii erano caratterizzati da ruscelli, da piante di vite e alberi da frutto. Alla base c’erano due grotte progettate dallo stesso Girolamo da Carpi e decorate da artisti fiamminghi a grottesche, con incastonati marmi preziosi e conchiglie. Ai piedi della montagna artificiale, di fronte agli scivoli, c’era una peschiera, mentre tra lo specchio d’acqua e la città si trovava un lungo pergolato, formato da colonne di marmo e archi di ferro, sormontato da viti e legni. Vi era inoltre un labirinto, esteso tra la montagna e le mura. Si allevavano pavoni bianchi, scimmie, struzzi, asinelli nani e galli d’India. Ora sulla sommità della montagna si trova quello che dal 1890 al 1932 fu l’acquedotto della città.
- Ripercorriamo la strada a ritroso per ritornare sulla ciclabile e pedaliamo fino alla garitta di origine seicentesca. Attraversiamo le strisce in Viale Alfonso I d’Este e seguiamo il percorso davanti a noi. Riprendiamo sulla destra il sottomura.
- MURA MERIDIONALI
- PORTA DI SAN PIETRO
Di recente ristrutturazione, ci ricorda la presenza di una porta quattrocentesca voluta da Borso d’Este. Il dominio papale, nel 1630, portò all’abbattimento della porta e alla chiusura del varco, riaperto solo nel 2002.
- Arrivati al termine di questo tratto ci apparirà in tutto il suo splendore Porta Paula.
- PORTA PAULA
- Lasciamoci la Porta alle spalle e imbocchiamo Corso Porta Reno per recarci nuovamente nei pressi del Castello.
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